La semplificazione della Pubblica amministrazione è stata al centro del VII° Meeting delle professioni dell’Associazione nazionale consulenti tributari (Ancot) il cui tema era ‘Ripartire dalla semplificazione della pubblica amministrazione: una grande opportunità, non solo per i professionisti’ moderato dal direttore Adnkronos Gian Marco Chiocci.

“Senza la semplificazione amministrativa della Pa e senza la riforma fiscale – dice Mino Dinoi, presidente Confederazione Aepi – non c’è futuro. La stagione che abbiamo davanti è epocale e rappresenta un punto di svolta per cui più ne parliamo e stimoliamo e più creiamo un servizio reale al nostro paese”.

“Noi di Ancot – spiega Celestino Bottoni presidente nazionale Ancot – anche insieme ad Aepi siamo al fianco delle istituzioni e lo siamo sempre stati durante il periodo della pandemia siamo stati a disposizione con studi ricerche ed emendamenti, ma in maniera sempre propositiva. Sottolineo il grande lavoro dei professionisti che rappresentano un ponte ra i cittadini e la Pa. I ragazzi sono la generazione del terzo millennio colloquiano poco probabilmente chattano, ma credo che i genitori e i nonni ci si rivolgono per dialogare con la Pubblica amministrazione”.

“Abbiamo capito – sottolinea Bottoni – che la Pa ha potuto toccare con mano l’apporto, il supporto e la costanza di tanti professionisti già strutturati a livello digitale. Penso che la rivoluzione buona di questa Pa non parta da ottobre, ma da qualche mese prima. Le varie domande indennità e problematica delle istanze tra Inps e Agenzia delle Entrate, ad esempio, sono state portate avanti da tutti gli operatori del settore”.

“Per noi – assicura il presidente nazionale dell’Ancot – qualsiasi riforma la vediamo oltre qualsiasi colore, perché la riforma è di tutti. Noi stiamo rivivendo un’euforia uscendo da un brutto momento e abbiamo il piacere di ripartire; questo è lo spirito di questa Italia e noi come professionisti e imprese che rappresentiamo vogliamo vivere il prossimo futuro con l’intesa di dare il nostro contributo. Sicuri che questa volta ce la facciamo e siamo sicuri che questa Pubblica amministrazione sarà vicino non solo ai cittadini e alle imprese, ma anche ai professionisti”.

“Non c’è – fa notare l’europarlamentare Massimiliano Smeriglio – una visione negativa nei confronti della politica italiana. Nella Pa bisogna portare i ventenni a garanzia dei cittadini e di chi fa impresa. Bisogna rimettere in pista la macchina della pubblica amministrazione attraverso soprattutto l’assunzione di giovani capaci, per arrivare ad una buona amministrazione, attraverso la semplificazione e soprattutto grazie alle competenze. Veniamo da un blocco del turn over pesante. Non è vero che in Italia ci sono troppi dirigenti pubblici e poi l’età media ha 50 anni e questo pone una problematica a livello di competenze”.

“Ripartire dalla semplificazione della pubblica amministrazione – commenta Enzo Bianco, presidente assemblea nazionale Anci – è una grande opportunità, non solo per i professionisti. La Pubblica amministrazione è utilizzata spesso per un concorso eccessivo di competenze, con una situazione eccessiva di potere di veto. L’argomento del personale è molto importante soprattutto per i comuni. Occorre investire nei dipendenti della pubblica amministrazione. Molti non conoscono il linguaggio informatico. Bisogna migliorare il linguaggio informatico nelle diverse realtà della pubblica amministrazione. Occorre uniformarlo per dialogare con la massima semplicità tra i vari enti. I dirigenti della pubblica amministrazione sono nel terrore per il rischio di incappare nelle maglie della giustizia. Occorre mettere mano a una riforma della magistratura, ripristinare l’autonomia dei sindaci”.

“L’Europa – afferma Francesco Tufarelli, direttore generale dipartimento Affari europei della presidenza del Consiglio dei ministri – ha cambiato rotta. Il sistema di immissione di denaro permette di affrontare in maniera diversa la situazione. Vorrei ricordare che noi abbiamo una programmazione ancora da chiudere, abbiamo una programmazione ancora da iniziare e il terzo punto è costituito dai fondi del Next Generation Eu confluiti nel Pnrr”.

“I fondi complessivi – ricorda – ammontano a oltre 400 miliardi. La nostra virtù si misurerà nell’utilizzare i fondi nella maniera giusta. La pandemia ha accelerato la necessità di raggiungere gli obiettivi della connessione e del green. Ora abbiamo i fondi per raggiungere questi risultati. Ci vuole una reazione forte della pubblica amministrazione. Noi non siamo competitivi perché ad un ragazzo che appena esce dalle università ho difficoltà a dirgli che deve fare un concorso. Abbiamo bisogno di dare un sistema di certezze e non di facilitare gli ingressi. Le leggi dello Stato non devono velocizzare, ma dare ai cittadini un sistema di certezze. Occorre fluidificare il rapporto tra la pubblica amministrazione, la politica, gli stakeholder e i cittadini. Questo seminario è la strada corretta da seguire perché permette il confronto che in questa fase è fondamentale. Abbiamo bisogno di lavorare insieme per creare il sistema Italia che deve funzionare. La banca delle idee e il confronto, il modo di ripartire in presenza e la volontà di lavorare insieme da parte delle associazioni e la pubblica amministrazione sono fondamentali”.

“La nostra virtù – ribadisce – si misurerà nelle assunzioni che stiamo facendo che dovranno essere mirate e sulla base delle competenze. La nostra sfida adesso è quello di creare le condizioni per lavorare insieme. E’ un momento per saldare i rapporti e di lavorare tutti insieme. Dobbiamo avere una coscienza nazionale che rispetta i tempi e i modi”.

“Ripartire dalla semplificazione della pubblica amministrazione: una grande opportunità, non solo per i professionisti”. Parola di Renato Loiero, direttore Servizio del bilancio del Senato. “I fondi del Pnrr – ricorda – prevedono una condizionalità europea. Nel prossimo futuro e per dare seguito alle indicazioni del Pnrr occorre puntare sull’analisi delle cosiddette best practices. E’ necessario istituire un Osservatorio dei cambiamenti amministrativi per accompagnare un processo di cambiamento all’interno dell’amministrazione per poi completare il percorso con l’indivuazione delle best practices”

“Si stanno riplasmando i cardini fondamentali del nostro sistema tributario. Ora i principi contabili sono molto più dettagliati ma andrebbe abolito l’importo minimo. Avremo reali semplificazioni se si andrà fino in fondo”. A dirlo Gianfranco Ferranti, docente Sna, Scuola nazionale dell’amministrazione. “Ci sono – afferma – una miriade di agevolazioni fiscali che però non sempre vanno incontro alle imprese, ma dovrebbero essere di meno e mirate verso le nuove strutture produttive”.

“Per i redditi di impresa e di lavoro autonomo – assicura – si prospetta una radicale riforma con l’inserimento di un meccanismo di imposizione duale. Questa imposizione duale, chiarisce “nasce dalle esperienze scandinave”.

“Sono ottimista sulla riforma fiscale.Abbiamo introdotto – ricorda Ettore Rosato vicepresidente della Camera, di Iv – un meccanismo quello del credito d’imposta che va sempre più rafforzato. E’ funzionato molto bene in Industria 4.0, nel Superbonus e, quindi, va sempre più introdotto nel rapporto tra Stato e imprese, cancellando tutte le formule di bandi con oneri amministrativi”.

“I tempi della giustizia tributaria sono di 4 anni e mezzo? Rispetto alle altre giustizia è ‘una roba da sprint”, sostiene Ettore Rosato che aggiunge “per fortuna l’Italia è un Paese competitivo che compensa anche queste lentezze, ma sui tempi lunghi della giustizia tributaria bisogna lavorare e ciò richiede una formazione e una specializzazione adeguata”.

“L’Italia – fa notare – è un Paese che vede, paradossalmente in una crisi sanitaria fortissima e a quella conseguente di natura economica, l’occasione per uscirne. Le congiunture di avere Draghi, leader europeo senza grandi discussioni, di avere un governo di larghissima maggioranza, di avere una media di ministri qualificati, primo fra tutti il ministro dell’Economia (Daniele Franco ndr), l’Italia ha l’opportunità di risollevarsi e ripartire con tassi di crescita adeguati. Quindi qualsiasi cosa si metta su questo percorso viene giustamente visto come preoccupante. Dal Pnnr ci sono tantissime risorse da spendere e se non c’è una strategia alle spalle di qualità rischiano di disperdersi in mille rivoli”.

Foto: Adnkronos

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